Il quarto appuntamento, catapulterà l’ascoltatore tra le morbide sonorità della musica per strumento a pizzico del Seicento, in un programma di raro ascolto eseguito dalla sola tiorba.
Il complesso collinare di vigna e giardini fu realizzato ad inizio Seicento per il principe cardinale Maurizio di Savoia sul modello delle ville romane. A fine Seicento divenne la dimora preferita di Anna d’Orleans, moglie di Vittorio Amedeo II, da cui il nome di Villa della Regina. Con la guida di Filippo Juvarra, e poi di Giovanni Pietro Baroni di Tavigliano, si ridefiniscono spazi e rapporti con il giardino, l’arredo e le decorazioni seicentesche con il coinvolgimento dei grandi artisti all’opera nei cantieri regi della capitale del regno. L’unitarietà, mantenuta fin dal progetto iniziale, di vigna, poi villa con i padiglioni aulici, le grotte, i giochi d’acqua nei giardini e nel parco e le zone di servizio ed agricole, fu conservata anche con la perdita di funzione e il passaggio nel 1868 all’Istituto per le Figlie dei Militari (ente soppresso nel 1975). La mancata manutenzione del delicato equilibrio fra costruito e giardini, seguita da graduale abbandono, parziali smembramenti, danni di guerra ed interventi impropri, hanno nel Novecento compromesso lo straordinario complesso con un degrado prossimo al collasso. Dal momento della consegna all’allora Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici del Piemonte nel 1994 i restauri realizzati con fondi statali, di enti e privati, hanno ristabilito la situazione conservativa e la stretta connessione del Compendio di Villa della Regina con la Città, di cui, dall’inizio del Seicento, costituisce il fondale scenografico oltre il Po.
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